25.3.12

Harvey Milk, uno studente militante, che non rimane a guardare!

RIPORTIAMO DI SEGUITO LA LETTERA CHE UN COLLETTIVO DI STUDENTI DEL LICEO SCIENTIFICO E LINGUISTICO G.LEOPARDI DI RECANATI HA SCRITTO PER PORTARE ALLA LUCE LA GRAVITA' DI FATTI SUCCESSI NELLA LORO SCUOLA: MINACCE, VIOLENZA VERBALE, NON RISPETTO DEL DIRITTO DI AUTORGANIZZAZIONE E AUTOGESTIONE DEGLI STUDENTI, NON GARANZIA DELLA LIBERTA' DI ESPRESSIONE.
SOSTENENDO LA CAUSA DI QUEGLI STUDENTI, CONVINTI CHE POSSA APRIRSI IN QUELLA SCUOLA UNA MOBILITAZIONE CHE RESTITUISCA AI LEGITTIMI PROPRIETARI I DIRITTI VIOLATI, INVITIAMO A PUBBLICARE, CONDIVIDERE SUI NETWORKS, SOTTOSCRIVERE QUESTA LETTERA CHE PRENDE LA FORMA DI APPELLO.
POTETE FARLO INVIANDO UNA MAIL ANCHE A NOI: lgsmacerata@gmail.com. RIPORTEREMO LE FIRME DI TUTT@ COLORO CHE SONO PRONTI A METTERCI LA FACCIA PER UNA CAUSA GIUSTA. PER GLI STUDENTI DI QUEL LICEO COME PER TUTT@: DEMOCRAZIA E DIRITTI!!!

"Le assemblee studentesche nella scuola secondaria superiore costituiscono occasione di partecipazione democratica per l'approfondimento dei problemi della scuola e della società in funzione della formazione culturale e civile degli studenti."(Decreto legislativo 297/94)Partecipazione democratica? Formazione? Parole troppe volte sentite ma mai messe in atto, nel liceo Giacomo Leopardi di Recanati.Sono uno studente indignato che, per paura di eventuali ritorsioni, si firmerà con lo pseudonimo di Harvey Milk. Mi chiedo come possano parole come democrazia e diritto d'assemblea sparire dal vocabolario della nostra scuola, il Luogo dove, l'amore per la civiltà e la cultura dovrebbe essere d'obbligo.Sono indignato perchè, nel mio liceo, non possiamo trattare liberamente argomenti a noi affini che ci coinvolgano e che ci permettano di crescere e maturare una nostra cultura critica.

Poco più di un mese fa, riunendo i rappresentanti di classe e quelli d'istituto (ovvero il comitato studentesco), abbiamo decretato, nell'autonomia che dovrebbe esserci permessa attraverso il comitato, che la prossima assemblea d'istituto avrebbe trattato il tema dell'omofobia, e avremmo visto il film "Milk" (la storia di un militante omosessuale statunitense, ucciso nel 1978; ecco perchè ho scelto questo pseudonimo). Ma,la nostra scelta democratica è stata soverchiata da una presa di posizione "nonnista" che ha calpestato completamente, o quasi, i nostri diritti di studenti: la professoressa incaricata di mediare i rapporti tra gli studenti e la preside ( è, questa, una carica legittima che preserva la nostra libertà di assemblea, o la soffoca semplicemente?), hanno deciso che quest'assemblea non si poteva fare. I motivi? Per la preside questa tematica risulterebbe troppo pesante agli studenti più piccoli, potrebbero rimanere scioccati da un film del genere; saremmo caduti nel banale, per loro; avremmo ridicolizzato un argomento tanto forte, per loro; ma noi abbiamo il diritto di scegliere democraticamente e autonomamente, per legge.

Ora, vorrei chiedere alla Signora Preside: siamo davvero sicuri che i motivi siano questi? Perchè, Signora Preside, non si può parlare di omofobia? Meglio censurare che informare, forse, per la nostra dirigente?Crede davvero che parlare di omofobia, ai giorni d'oggi, sia un argomento troppo forte per gli studenti più giovani di questa scuola? Io penso che questa risposta sia vaga, insoddisfacente e irrispettosa nei confronti della nostra intelligenza.

Nei giorni seguenti passa per le classi una circolare relativa all’assemblea: il tema e i giorni, imposti dalla dirigente, non rispecchiano il volere dei rappresentanti. Il comitato, nuovamente, si riunisce decidendo di contestare apertamente e pubblicamente, durante la sudetta assemblea, la decisione presa "dall'alto".Anche il nostro spirito di iniziativa volto ad opporci legittimamente a questa decisione inammissibile, è stato represso dai "piani alti" che, venuti a conoscenza delle nostre idee a riguardo, bloccando sul nascere qualsivoglia protesta,minacciano di prendere fantomatici provvedimenti disciplinari mirati.L'assemblea viene, di fatto, organizzata e gestita dal dirigente, nei giorni fissati, o, per meglio dire, imposti, in un clima di timore a paura che impedisce agli studenti la contestazione. Mi sorge un'altra domanda: chi rappresenta noi studenti? La Signora Preside, o i Rappresentanti d'istituto che abbiamo votato a inizio anno?

La tensione è tanta nella scuola, e, il giorno dopo, i muri sono tappezzati di volantini contro l'omofobia, espressione di un comune pensiero di protesta contro questa dirigenza scolastica che rasenta il totalitarismo più goffo e becero.Non ci spieghiamo cosa ci sia di sbagliato nel sensibilizzare ragazzi, giovani e giovanissimi, su una problematica così vicina a noi.Ma forse la questione prima è un' altra: possiamo, davvero, continuare a sopportare questo clima di intimidazione e repressione senza fiatare? Non dovrebbe il rapporto studenti- insegnanti essere di collaborazione e crescita? Dunque, perchè ci viene negato il diritto più elementare, quello di riunirci e parlare di ciò che a noi è caro, senza dover dover subire intimidazioni, per una semplice e sana contestazione? E' questa la Democrazia, la Libertà? 

Io pretendo di poter discutere, insieme ai miei compagni, di ciò che meglio ritengo opportuno, senza intermediazioni, senza filtri e senza censure, perchè tutto questo è un nostro diritto. Scegliere in autonomia i nostri rappresentanti e scegliere cosa siano e di cosa parlano le nostre assemblee è una questione che semplicemente non dovrebbe riguardare gli organi di dirigenza scolastica.Pretendo una scuola pubblica, dove poter esprimere le mie idee, sentirmi rappresentato da miei coetanei, e trovare spazi per l'autogestione e la crescita. Perchè la Scuola (quella con la s maiuscola) non è fatta solo di banchi e cattedre. Fare opposizione e intervenire come è stato fatto è oltre che una grave mancanza di rispetto e fiducia nei nostri confronti,è anche un negare tutto quello che i libri di storia ci hanno insegnato sul concetto di democrazia.

Vorrei che il lettore, soprattutto se studente, si soffermi sulla riflessione che propongo e denunci episodi analoghi, ove abbiano avuto luogo, perchè solo attraverso la denuncia potremo dar fine a questo scempio.Invito tutti a indignarsi insieme a me, perchè questo fatto non passi inosservato, come tanti altri.

Harvey Milk, uno studente militante, che non rimane a guardare

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