13.1.11

La questione di genere 5: "La principessa che credeva nelle favole" di Marcia Grad


Dopo aver affrontato un'opera impegnativa come Il Secondo Sesso, suggeriamo oggi un libro che si affianca piacevolmente alle tematiche trattate, anche se con un taglio, sia stilistico e che di contenuto, diverso. Scorrevole e avvincente, il libro integra gli aspetti che stiamo approfondendo attraverso la struttura narrativa della favola, con tutti gli elementi di cui essa si compone. Dalla penna di Marcia Grand Powers, psicologa esperta in tecniche di crescita personale, un libro intelligente e ricco di spunti: La principessa che credeva nella favole. Come liberarsi del proprio principe azzurro.
Abituata fin da piccola a sognare il principe azzurro, la principessa Victoria cresce perfettamente in linea con il codice di comportamento reale e chiude letteralmente nell'armadio la parte più impulsiva e libera di se stessa. Impara a essere perfetta come tutti la desideravano e si riempie di aspettative sognando la splendida vita col suo già adorato principe. Salvo poi accorgersi, dopo poco tempo, che il principe che aveva sempre aspettato non era poi tanto azzurro come se lo immaginava. Inizia quindi un viaggio alla ricerca della su felicità e della sua verità, per ricominciare a conoscersi e ad amarsi anche senza essere perfetta e senza dover a tutti i costi smettere di dialogare con la parte più profonda del suo essere.
Una storia ricca di spunti di riflessione, che mostra la difficoltà di dialogare con se stessi e di affrontare una messa in discussione totale della propria vita e della propria storia. Una lettura che favorisce l'introspezione attraverso un gioco di personaggi ben costruito e significativo, che sfrutta la fiaba per toccare tematiche reali e sperimentabili. Per nulla scontato e sicuramente sorprendente, il libro invita a intraprendere questo viaggio con Victoria, immedesimandosi con facilità in essa e nei suoi sentimenti.
Con un pizzico di magia e di fantasia, ingredienti essenziali per una favola, l'autrice invita a non smettere di sognare, evitando però che questo sogno diventi una gabbia dorata fatta di compromessi come sbarre, a discapito della propria felicità.

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